Vivere in un manga, Odaiba e Akihabara

46.000 passi e 32 chilometri fa, suonava la sveglia alle 5 del mattino.

Ci siamo svegliati presto per andare a Tsukiji, il mercato del pesce più grande del mondo. Con la inea Yamanote si arriva fino a Shimbashi, poi si cammina per circa un quarto d’ora. Peccato che se non sei uno degli acquirenti, all’asta del tonno non puoi assistere, e se assomigli vagamente a un turista, proprio come noi, prima delle 10 non ti fanno nemmeno entrare nel mercato perchè ovviamente sei tra i piedi a chi sta lavorando. Quindi ci siamo ritrovati a vagare tra le bancarelle di cibo lì davanti, curiosando qui e là ma rimanendo decisamente insoddisfatti.

L’unico problema è che alle 7 del mattino, tutto il resto, a Tokyo, deve ancora svegliarsi. Allora abbiamo deciso di andare sino a Odaiba a piedi passando per il Rainbow bridge, con un percorso un po’ più lungo ma decisamente più scenografico. Una bella passeggiata, giusto quei 6 chilometri e mezzo in mezzo alla città.

Perchè Odaiba? Innanzi tutto è un’isola artificiale piuttosto verde dove c’è una grande ruota panoramica, ma tralasciando queste sciocchezze, noi volevamo vedere la statua del Gundam e il Comiket, il più grande festival dedicato al fumetto del mondo e il più grande evento cosplay del Giappone.

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Il Comiket si trova all’interno del Tokyo Big Sight, una mezz’oretta a piedi dal Rainbow bridge. Penso di non ricordarmi l’ultima volta che ho visto così tanta gente tutta insieme. Camminate praticamente sospinti dalla folla. E’ un insieme di padiglioni dove trovate bancarelle di ogni manga giapponese e anche alcuni non. E poi i manga diventono reali grazie ai cosplayer che girano tra i visitatori, o che sono i visitatori stessi e che sembrano appena usciti da un anime. Nella galleria potete vederne qualche assaggio.

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Al ritorno abbiamo rifatto il Rainbow bridge dal lato opposto all’andata: verso sud vedete il mare, Odaiba e il monte Fuji, verso nord Tokyo. A voi la scelta.

Non abbastanza appagati dal mondo dei manga, abbiamo deciso di fare un salto ad Akibahara, che corrisponde proprio all’omonima fermata della metro. E’ un quartiere interamente dedicato ad ogni tipo di gadget, dagli action figures alle carte, dai peluches agli accessori da indossare. Ci sono palazzi interi con otto piani che vi trasportano interamente nel mondo degli anime. E anche se potrebbe sembrare, non è una trappola per turisti, perchè molti, se non la maggior parte dei clienti, sono proprio i giapponesi.

Alla fine, con i piedi fumanti, le gambe stanche e gli occhi pieni di cose viste siamo finalmente tornati in hotel. Sono soddisfatta ma, francamente, non vedevo l’ora di sdraiarmi piedi all’insù.

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