Takayama. Ryokan, yukata, sake e il miglior tempura della mia vita.

Ci siamo presi questa giornata all’insegna del relax. Nessun giro frenetico a caccia di templi e cose da vedere. Semplicemente qualche passeggiata, un bagno rilassante  e una cena divina.

Siamo partiti da Kyoto e abbiamo cambiato il treno a Nagoya. In tutto il viaggio dura circa tre ore e mezza, tutto compreso nel Japan Rail Pass, e la seconda parte si snoda tra le montagne.

Appena fuori dalla stazione ci siamo diretti al Ryokan Asunaro che avevamo prenotato per la notte. E’ una struttura molto carina, antica ma curata, dove parlano anche inglese e sono davvero genitili. Inoltre è uno dei pochi che ho trovato dove nei loro piccoli onsen interni accettano reietti tatuati come me. E quindi finalmente anche io ho potuto provare la sensazone di essere cotta a bassa temperatura… che, a parte gli scherzi, è davvero molto piacevole.

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Takayama è relativamente piccolina e nel centro è facile spostarsi a piedi. Purtroppo la connessione prendeva poco o nulla e quindi siamo riusciti a capire poco i sentieri male indicati da cartina e cartelli, come l’Higashiyama Teramachi, il cammino che collega i vari templi sulle colline e il Kitayama, molto bello durante la fioritura dei ciliegi. Ma infondo avevamo davvero voglia di relax, quindi abbiamo optato per un giretto nel quartiere di Sanmachi-suji, dove le botteghe sono tutte ancora di legno e potete vedere tante produzioni locali e negozietti di souvenir. Due che mi hanno colpito tantssimo sono state il miso, con diversi gradi di fermentazione e il sake. In una delle “cantine” è possibile acquistare un bicchierino da sake per 200 yen e assaggiare tutti quelli di loro produzione. Io sono uscita dalla bottega allegra…

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Per la cena abbiamo chiesto consiglio al ryokan e ci hanno fornito una lista di tutti i ristoranti lì vicino. Ne abbiamo scelto uno di tempura e devo dire chè è la cena più buona che io abbia fatto in Giappone sino ad ora.

Il ristorante si chiama Ebihachi e si ha la possibilità di mangiare direttamente al bancone proprio di fronte al proprietario che prepara la frittura al momento. Il posticino è già stupendo di per sè e lui e la moglie sono davvero simpatici. E poi incanta vederlo girare e cuocere pesci e verdure utilizzando le bacchette anche per muoverle nell’olio bollente quasi come se danzasse. Abbiamo preso una tempura di gamberi, pesci e verdure, il tutto accompaganto dalla zuppa di miso e funghi e dal riso (il cui refill è gratuito). Lui ci ha spiegato che ci sono due modi per mangiare la tempura, o con la salsina di soia e daikon, o con curri e sale. E se qualcuno mi avesse detto che tempura e curry andavano d’accordo l’avrei preso per pazzo, invece è davvero un matrimonio perfetto. Il piatto forte però è una melanzana cotta alla piastra sulla quale viene spalmato il miso fermentato di tre anni. E’ qualcosa da fuori di testa. Abbiamo fatto il bis. e per dignità, ci siamo fermati lì.

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Adesso siamo pronti per la nanna sui tatami, per poi svegliarci con una colazione giapponese tradizionale (e lo so già che sarà un risveglio durissimo), per fare un giretto al Miyagawa, il mercato mattutino sulle sponde del fiume e per avviarci a Shirakawa-go. Dove si respira aria pulita, finalmente tra le montagne e le case con i tetti di paglia, dove spero che i turisti si contino sulle dita di una mano.

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