Sigep, dopo e a mente ferma.

Un Sigep vissuto in modo totalmente differente dall’anno scorso. Ma altrettanto carico di Emozioni.

IMG_4391Innanzi tutto preparare per Lesepidado una torta monumentale da un metro e quaranta da sola. Per chi lo fa sempre è una passeggiata (infatto probabilmente Roberto mi riberebbe dietro) per me è stata una soddisfazione e una di quelle prime volte da ricordare.

Poi, la fiera è un “ricettacolo” di professionisti e soprattutto di amici, quel posto dove anche se non avessi nulla da fare andrei per riabbracciare tutti. Chi non si vede mai, chi nemmeno si riesce a sentire. Chi si ha una voglia esagerata di stringere e chi si ha sempre vicino, ma mai in carne e ossa.

IMG_4416Ci sono state le demo con Comprital, che confermano un legame che mi ha portato quest’anno appena trascorso e di cui sono molto fiera; le giornate immersa nei colori di Lesepidado e tra il profumo di croissant, pizze e baguette appena sfornate dai forni di Yesovens. I cuori di Cast, di cui orgogliosamente mi sento un po’ parte anch’io con la lampada fatta con Stefano e il cuore mai arrivato ma stupendo pensato con Yuri.

Ci sono due libri meravigliosi e più che altro per una dedica davvero speciale.

I ragazzi Juniores, Andrea e Mattia. Io ho pianto con voi. Perchè siete stupendi, perchè vi voglio bene e perchè so cosa significa tutto ciò che ci avete investito. Tempo, sogni e denaro. Ma so che comunque siete cresciuti e forse questa può essere la carica per cominciare e fare ancora di più.

Siamo anche riusciti a presentare il Pastry Joke Challenge per aiutare Cristina, come vi avevo raccontato in questo video. E finalmente, lei l’ho abbracciata per davvero.

IMG_4422Ma soprattutto c’è l’intervista nella Pastry Arena. Non tanto per il ricordo e le emozioni che anche solo il video delle due giornate di gara riescono a darmi, ma per le parole di Massari. E’ una di quelle persone che stimo moltissimo. Lo so che è quasi scontanto perchè lo stimano tutti, ma la considerazione che ho di lui va oltre il suo sapere e ciò che rappresenta. Oltre la coerenza con se stesso che ha mantenuto, fama o non fama.

La mia stima nasce da quando ero stagista in Cast. Allora lo osservavo dal basso del mio non essere nessuno e la prima volta che gli ho parlato fuori dall’assistenza di un corso gli ho domandato se potesse spiegarmi come si faceva un petalo di zucchero, perchè io ci avevo provato da sola ma era uscito qualcosa di informe, brutto e non ripetibile con un metodo.

Cosa mi ha risposto? “Se mi fai trovare tra cinque minuti un silpat, i guanti e un pezzo di zucchero morbido, ti faccio vedere come si fa”. Quanti avrebbero risposto così? Quanti avrebbero trovato il tempo per un nessuno?

Credetemi, davvero pochi.

E da allora ho sempre pensato che fosse una di quelle persone che non ti negano un consiglio, a patto che tu ti ponga con umiltà. Altrimenti, con altrettanta naturalezza, quella cresta del gallo che a molti piace indossare, te la fa abbassare con due parole.

Mi sono imbattuta in lui durante il concorso, chiedendogli qualche parere e a volte, anche trovandomici in disaccordo. Ma lui ascolta le idee delle altre ersone se si è in grado di argomentarle e se non le si presenta con arroganza. E in ogni caso, tutte le volte, prima di rispondermi, mi ricordava che anche se secondo lui stavo facendo un buon lavoro, quel giorno, in giuria, non mi avrebbe potuto aiutare e sarebbe rimasto imparziale. E io gli ho sempre risposto che non avrei potuto desiderare altrimenti, perchè la soddisfazione della vittoria ce la si deve guadagnare e meritare, altrimenti è solo del marcio che prima o poi uscirà da qualche fessura.

Fatto sta che su quella sedia, seduta di fianco a lui, sabato stavo per svenire. Non è uno che regala complimenti, ma questa volta avrei voluto registare ciò che diceva al microfono in diretta streaming mondiale. Avrei voluto tenermi quelle parole per tutti quegli attimi di sconforto. Non le ricordo nemmeno tutte e non le riporterei nemmeno perchè mi parrebbe un autoelogiarmi piuttosto di cattivo gusto, che non voglio fare. Ma grazie. E non solo per avermele detto, non perchè c’è qualcuno che può testimoniare che non stessi sognando. Ma per il pensarlo. Perchè cose così non le avevo pensate nemmeno io.

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