Santuario Meiji, Yoyogi park e pensieri nel vento
Siamo immersi in 700.000 metri quadri di foresta. Sono praticamente due parchi attaccati e bisogna stare attenti agli ingressi perchè quello dove si trova il tempio ne ha solo due e la notte è chiuso.
Il santuario è proprio nel mezzo, una costruzione imponenete avvolta da un’aurea di pace. Ci si sciacquano le mani alla fonte prima di entrare. Le persone lanciano le monetine in offerta e si inchinano in segno di rispetto. Ovviamente facciamo lo stesso anche noi.
Proprio davanti al tempio, sulla sinistra ci sono due alberi collegati tra loro da un cordone dorato. Sono cresciuti insieme, protetti e uniti da quel cordone, e una piccola insegna spiega che essi sono marito e moglie e rappresentano la forza e la longevità della coppia. La solidità del loro legame. Ed è un concetto stupendo.
Sulla destra invece, c’è qualcosa che per me è magico. Non so come si chiami veramente, ma per me è una sorta di raccolta di pensieri e preghiere. I turisti comprano una tavoletta di legno (al piccolo prezzo di 500 yen) e ci scrivono sopra il loro augurio o la loro preghiera, prima di appenderla e lasciarla lì, in mezzo tutti gli altri pensieri. Affinchè chiunque possa leggerla, affinchè la preghiera possa rieccheggiare nel vento e produrre un suono melodico quando le piccole tavolette si scontrano le une verso le altre e regalare un senso di pace.
Mi sono soffermata a leggerne qualcuna, poi me ne hanno regalata una, e quindi ho lasciato anch’io il mio pensiero.
E riflettendoci adesso, dato che quand’ero piccola il 10 agosto mi mettevo a guardare il cielo aspettando trepidante una stella cadente per esprimere un desiderio, penso non ci potesse essere giorno più adatto.