Quarto giorno a Kyoto: tra i cerbiatti di Nara e i torii del Fujimi Inari

Ultima giornata da queste parti, dopo le prime due passate a gironzolare per Kyoto città e la terza ad Arashiyama e Gion.

Oggi ci siamo immersi nella natura del parco di Nara, l’antica capitale. Arrivarci è molto semplice perchè dalla stazione di Kyoto partono treni che si possono prendere utilizzando il JR e in 45 minuti ti portano lì.

Consiglio di prendersi un onigiri, o qulche altro stuzzichino, da mangiare per pranzo sotto qualche albero in uno dei tanti luoghi poco affollati che facilmente potete trovare nel grande parco. Anche perchè lì, tolti i biscotti per i cervi e qualche gelato, non trovate nulll’altro.

Neanche a dirlo, mi sono innamorata. Fino ad oggi, pensando a un cervo, nel mio immaginario c’era Bambi, ma qui è stato declassato in un nanosecondo poichè a Nara, di Bambi che ce ne sono 1200 liberi e a spasso per il parco, sono carini e coccolosi e sono tutt’altro che spaventati dagli umani. Non sono nè in cattività, nè addomesticati, nè in gabbia. Vivono ovunque nel parco e sono considerati animali sacri; e a loro conviene starci, perchè hanno capito che tutti quelli che passano gli danno da mangiare in cambio di qualche carezza o qualche selfie. E secondo me sono pure vanitosi.

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All’interno del parco poi ci sono diversi templi. Noi abbiamo scelto di goderci più la natura e il silenzio facile da trovare piuttosto che girare come turisti incalliti, e abbiamo selezionato solo quello che davvero ci interessava, anche perchè nell’ultima settimana abbiamo visto più templi che cibo.

Siamo quindi entrati al Todaiji temple, che è il più grande tempio in legno esistente al mondo e al suo interno è conservata la statua in bronzo alta 15 metri del Buddha più alto del Giappone. In foto non rende quanto dal vivo, ma vi assicuro che merita davvero che la sua imponenza sia vista. E divertente è anche provare a passare nella “narice del budda”, ossia un foro fatto alla base di un colonna in legno, del tempio, che si narra essere grande come una narice della statua del Buddha e che porti fortuna e lunga vita. Solitamente lo fanno i bambini. E io non ho potuto resitere.

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Ci siamo poi diretti al giardino Yoshikien (che si trova accanto all’Isuien il cui ingresso costa 900 yen e noi abbiamo evitato poichè i colori dell’estate purtroppo non sono belli come quelli primaverili e autunnali) che a differenza del fratello, è gratis per i turisti ed è un piccolo scorcio verde, pieno di piante e di muschio, in cui è possibile vedere anche una vecchia casa da te, nel più totale silenzio e assenza di turisti. 

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Ultima tappa è stato il tempio Gangoji, uno dei più antichi di tutto il giappone. Potete entrare al suo interno ma non scattare fotografie, perchè le sculture antiche si rovinano, e sempre nel complesso, potete entrare a visitare un piccolo museo di statuette e pergamene antiche. Non è nulla di stravolgente, ma trovate qualcosa di vero e poco turistico che secondo me è piacevole da vedere.

Eravamo sulla via del ritorno intorno alle 16, riprendendo il treno in direzione opposta e, anzichè scendere a Kyoto, ci siamo fermati a Inari. Appena fuori dalla fermata c’è uno dei santuari scintoisti più importanti e belli che abbia visto qui in Giappone: il Fujimi Inari.

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Sorge ai piedi del monte Inari sul quale si sviluppa e il percorso per arrivare alla vetta, 233 metri di altezza sul livello del mare, dura circa 40-50 minuti, in cui si attraversano migliaia di torii rosso acceso che vi catapultano in una dimensione parallela. Se poi vi trovate come noi, a tornare a valle proprio nel momento del tramonto, circa a metà strada potete fermarvi a godervi il sole che scende dietro le montagne di Kyoto e finire la discesa nella penombra del buio che sta calando.

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