Pastry Queen, un anno dopo
Potete decidere di leggere qui sotto. O di guardare questo video, dove forse, l’emozione trapela anche di più… In ogni caso, ci tenevo a condividere questo ricordo con voi. <3
A un anno di distanza, ci tengo condividere questo ricordo, perché ogni volta che ci penso, l’emozione è come fosse ieri. Nella storia c’è lui, che ha deciso di dedicarmi un anno della sua vita e anche molto di più, loro che hanno scelto di indicarmi la luna, lasciando però che a raggiungerla fossi io stessa. E le aziende che ci hanno supportato e hanno gioito con noi. Ci sono una miriade di petali, di chili di isomalto tirati in nastri e di ricette provate e riprovate alla nausea. Ma ci sono altrettante soddisfazioni per i traguardi raggiunti e per avercela fatta con le nostre forze. Ci sono un sacco di pianti, litigi, notti in bianco ed errori. Un mare di Risate, troppa stanchezza e soprattutto il volersi bene.
C’è l’arrivare a Rimini e conoscere ragazze con il tuo stesso sogno provenienti da ogni parte del mondo, con cui usi il sorriso come lingua per comprenderti, perché quella che parlate è troppo complicata.
Ci sono i due giorni nel box, quelle sedici ore che sono la punta di tutto l’iceberg, dove provi l’emozione di danzare al ritmo del copione che in tutti quei mesi hai provato e riprovato. Dove hai una tifoseria che nemmeno immaginavi e che ti imbarazza, da quanto è bello il baccano che fanno per sostenerti. C’è l’essere consapevole di essere a un soffio dal tuo sogno, e non avere idea di come andrà a finire, ma essere sicura che ne sarà comunque valsa la pena. Perché in quest’anno sei cresciuta come non immaginavi, perché hai accumulato un tir di ricordi, un meraviglioso bagaglio che nessuno ti porterà via. Perché davvero il viaggio vale più della meta, anche se te ne accorgi solo quando la meta l’hai raggiunta. E perché quando poco più di un anno prima hai accettato, l’hai fatto senza pensarci troppo, e come per il novanta per cento delle cose che fai, ti ci sei buttata di pancia.
Continuo a non saper spiegare esattamente a cosa serva un concorso, se non a gridare a pieni polmoni, che è una soddisfazione per voi stessi, che auguro a chiunque di fare. Perché ha ragione chi mi ha sempre detto: fregatene, fregatene di tutto il resto e non farti venire il sangue amaro qualsiasi cosa accada, perché nella vita i campioni del mondo sono quelli che lo dimostrano tutti i giorni”. Ed è proprio così, la gloria è effimera come la neve. Può essere un’opportunità, ma è un trampolino di lancio da cui devi saper saltare, altrimenti finisci per spiaccicarti malamente al suolo. Tanti mi hanno detto di non cambiare, di non montarmi la testa, e io ho sempre risposto loro che non avevo nessuna intenzione e nessun motivo per farlo. Perché come ogni passo, questo è solo il gradino di una scalinata infinita. Uno di quei gradini che hanno una meravigliosa terrazza per ammirare il panorama e rimanere qualche secondo senza fiato. Ma è un nuovo inizio, per riprendere la strada con gli stessi occhi che brillano di quando ci si è incamminati, una tappa in quel sentiero che tanto si è desiderato percorrere e che ogni giorno si colora di emozioni, attimi e persone che lo rendono ancora più strabiliante.