Parigi in due giorni: a piedi, insolita e poco turistica
Parigi in due giorni: a piedi, insolita, bella e non troppo turistica.
Solo qualche eccezione.
Le ultime mille volte che ho messo piede in questa città ho sempre fatto tour tra pasticcerie ed eventi. Anni fa, invece, avevo percorso e attraversato le classiche tappe turistiche.
Mi mancava salire sulla Tour Eiffel, perché ho sempre pensato avrei asceso quella montagna di gradini in un momento particolare, con una persona particolare.
Questa volta, a prescindere da tutto, ho deciso fosse la volta giusta.
E In questo tour, colazione a parte, mi sono imposta e promessa di non mettere piede in nessuna pasticceria. Il lavoro, passione o non passione, avevo bisogno restasse fuori.
Perchè la vita signori miei, ha seimila sfumature. Non siamo solo il nostro lavoro. E se l’unica passione che avessi fosse quella, mi sentirei davvero povera.
Se foste orientati ai dolci tour, comunque, trovate due articoli che ho scritto qualche anno fa, con anche i relativi riferimenti alle metro e agli indirizzi per gli spostamenti. Mancano le ultime nate, come Grolet, ad esempio, in cui però inciampate per forza nella zona de “Le Meurice”.
Sono arrivata venerdì notte e ripartita domenica pomeriggio.
Totale camminato: 45 km, 40 ore.
Ecco le mie tappe: un po’ insolite, un po’ classiche. Un tour che mi ha riempito di meraviglia, in cui mi sono persa per le stradine e le vie, senza guardare il dove e il come. Mi sono anche tagliata i capelli.
Primo giorno tra le vie di Parigi
1. Colazione da Thierry Marx, nella quiete di Beupassage.
Un cortile gastronomico, in rue de Grenelle 53-57.
All’interno vi trovate anche Pierre Hermé e Anne Sophie Pic. Alle 7,30 del mattino però è ancora tutto chiuso, tranne la Boulangerie di Thierry Marx:
La specialità è una sfogliata al pralinato. Ma non resisto dall’assaggiare anche i cookies e le madeleine.
2. Musee de l’Orangerie
In due parole: ninfee. Monet.
Due stanze ovali per immergersi nelle pennellate e nella delicatezza dei colori del pittore.
Una collezione al piano inferiore… Picasso, Renoir, Cezanne.
Un museo piccino e curato come un gioiello in una cornice verde e piena di quiete. Poco lontano, intravedete il Louvre.
3. Musee Rodin
Terminata la vista a l’Orangerie, a due passi da Place de la Concorde e da tutte le pasticcerie che trovate nella zona del Ritz mi sono incammminata verso il museo di Rodin.
Una quiete pacifica regna nei giardini della villa che contiene tantissime sue sculture. Il pensatore è forse la più famosa, ma tutte le altre sembrano stiano per parlarti.
Fa strano, noi glassiamo torte e pensiamo di essere bravi, lui, a 30 anni, scolpiva busti di marmo. Sentirsi piccoli talvolta, è davvero un attimo.
In ogni caso, ad un soffio da Rodin c’è anche la Tour Eiffel, sempre bella da vedere, con tutto il seguito del giardino di Champ de Mars dove fare una passeggiata. Tuttavia, questa parte è riservata al giorno successivo, quindi me la lascio alle spalle e mi dirigo verso un altro parco, a nord della città.
4. Passeggiata lungo la Senna e Parc Monceau
Ho optato per una passeggiata lungo la Senna, le cui sponde la sera ospitano tanti locali e che durante il giorno brilla luminosa in un gioco di colori tra sole e acqua. La mia meta era il Parc Monceau e ne ho approfittato per due passi sugli Champ Elysee con un doveroso sguardo all’Arco di Trionfo.
Un po’ di relax al verde, sdraiati sotto un albero con musica e un bel libro. Un pranzo improvvisato alle 3 del pomeriggio.
Non avere il tempo contato è un regalo prezioso.
…Torno verso l’Arco e prendo la metro fino a Bastille. La prossima meta è…
5. Alain Ducasse Café
Non è un semplice bar ma una torrefazione. Uno dei locali di Alain Ducasse, che sprigiona eleganza anche solo nell’arredamento e nella proposta.
Assaggiamo il caffè “comme une biere” ossia un caffè freddo spillato come una birra e un caffè Etiopia filtrato. Lo accompagnano con una piccola madeleine ed è semplicemente spettacolare. Ha retrogusto di cacao, è rotondo e non troppo acido. Davvero delizioso.
Attorno, ogni dettaglio e curato e le macchine per Las lavorazione del caffè completano l’arredo. Davvero molto bello.
6. Atelier des Lumieres
E’ l’ultima meta prima della doccia e della cena.
Una delle esperienze visive e artistiche più belle che abbia fatto negli ultimi tempi.
Una grande stanza dalla forma articolata, sulle cui pareti e pavimento è proiettato a tutto tondo un filmato fatto da video e immagini, accompagnato da musica, come se lo spettatore fosse parte integrante della scena.
Uno spettacolo in cui l’arte avvolge, dapprima con un video di lanterne giapponesi, migliaia, ovunque e poi in un’immersione nell’arte di Van Gogh, con i quadri animati, che pennellata dopo pennellata ed elemento dopo elemento, si creano tutt’attorno.
Davvero memorabile. (Costo del biglietto 14,50€)
Mi dirigo verso casa per una mezz’oretta di riposo ed è ora di avviarsi per la cena.
Ho la fortuna di avere un amico che lavora da Rech, un’altro dei locali di Alain Ducasse, che mi invita a cena, per poi tornare a casa insieme dopo il servizio.
Cena spettacolare. Nonostante il ristorante sia prevalentemente di pesce, assaggio piatti vegetariani per concludere poi la cena con un gazpacho di Pesche semplicemente meraviglioso.
Quattro passi, un cocktail e nanna. Dopo 26km, crollo come una pera. Molto cotta.
Secondo giorno tra Tour Eiffel e un Déjeuner sur l’erbe
1. E’ il momento di salire sulla Tour Eiffel, finalmente.
Levataccia: sveglia alle sei, colazione continentale portata quasi a letto (la fortuna di avere amici chef) e direzione Tour Eiffel.
Il ritrovo con il gruppo è alle 8 (è il modo più comodo e veloce per salire. A luglio e agosto, fare la coda individualmente è quasi un suicidio)
Siamo tra le prime 30 persone ad entrare, l’aria é fredda e tersa, il cielo limpido: é stupendo.
Ci si può fermare al primo piano, quello dei ristoranti, al secondo, quello della balconata intermezza, e in cima, a 274 metri.
Parigi, dall’alto, con il cielo terso, è semplicemente stupenda. Il Sacro cuore sullo sfondo, la Senna, il Trocadero e gli Champ de Mars. Lo sguardo dall’alto ha sempre il suo fascino. Sembra di volare, abbracciare tutto, poter prendere la rincorsa per saltare.
2. Passeggiata nei Champ de Mars e Jardins du Luxembourg
Scesi dalla torre potete scegliere le due direzioni opposte: Torocadero e Champ de Mars. Optiamo per la seconda, per poi dirigerci verso Le Jardin du Luxembourg dopo un caffè anti rincoglionimento da Starbucks.
Ci fermiamo da Prêt à manger per prendere due insalate da mangiare su uno dei prati, vividi e pieni di persone che hanno avuto la nostra stessa idea.
Il giardino è pieno di colori, di fiori, di verde e cielo azzurro. La giornata è semplicemente perfetta.
Sfortunatamente ho l’aereo alle 18 e quando si sta bene, il tempo passa troppo velocemente…
Ci incamminiamo verso casa per recuperare la valigia ed avviarci in aeroporto.
3. Notre Dames e i monopattini
Sulla via del ritorno decidiamo di prendere i monopattini. Ragazzi, è una figata.
Ne avevamo preso uno la mattina presto per non arrivare in ritardo ma ero troppo in coma per rendermi conto di quanto fosse divertente.
Si scarica una applicazione, si scannerizza il codice QR di un qualsiasi monopattino abbandonato dall’utilizzatore precedente in un qualche angolo della città e si sfreccia per le strade ai 20 all’ora.
È geniale e divertente. Stupendo davvero.
Facciamo una piccola deviazione a otre Dame che tanto è sulla strada verso casa: piange davvero il cuore vederla così… nonostante tutto, continua ad essere bella da far male.
Arriviamo a casa, prendo l’anima valigia e andiamo in aeroporto.
Un abbraccio, un bacio è uno sguardo dall’alto.
Parigi in due giorni vale sempre la pena, qualsiasi cosa facciate. Questa volta, la mia Parigi e stata così.
À bientôt.