Itinerario di due giorni a Kyoto
PRIMO GIORNO
Arrivati ieri con lo Shinkansen da Tokyo, la prima impressione è quella di trovarsi in un bagno turco con leggermente meno vapore e la zona della stazione non è granchè, ma non scoraggiatevi. Assolutamente.
Personalmente mi aspettavo Kyoto totalmente differente, più antica in generale, mentre è in sostanza una grande città con alcuni siti antichi stupendi.
In ongni caso, passiamo a lasciare i bagagli in hotel, comodo perchè appena dietro la stazione e anche decisamente a buon prezzo per il periodo, e decidiamo di fare pranzo per mettere giù il planning delle due giornate. Giusto il tempo di mangiare un piatto di udon con il cielo grigio e poco dopo cominicia a diluviare. Fortunatamente non dura molto, ma l’umidità è aumentata del mille per mille e la sensazione del bagno turco di pari passo, manca solo l’aroma alla menta che spesso mi è capitato di incotnrare. Niente paura, dovete solo decidere di non far caso alla pelle bagnata e ai capelli che cominciano ad arruffarsi.
Per raggiungere la prima tappa prendiamo il treno fino alla stazione Hanazono (compreso nel JR) e ci incamminiamo verso il primo dei tre templi patrimonio dell’unesco che ci siamo prefissati per il pomeriggio.
Potete decidere anche di girare in bus, che sono piuttosto comodi ed economici (un biglietto giornaliero costa 500 yen), ma per iniziare a orientarci noi abbiamo optato per girare il più possibile a piedi.
Scesi dal treno ci incamminiamo verso il Ninna-ji temple, un complesso di strutture in legno con anche una pagoda abbastanza alta, molto semplice e senza troppi fronzoli. Immerso nella pace e con praticamente nessun turista. Respirate pace che fuoriesce da qualsiasi antro.
Proseguendo per il nostro percorso arriviamo al tempio Royan–ji che è circondato da un bellissimo parco in cui camminerete nella penombra coperti dagli aceri. Oltre al giardino che ha anche uno splendido laghetto nel mezzo, pieno di ninfee, potete ammirare il giardino zen di rocce karesansui ossia “giardino secco” perchè formato da rocce, ghiaia e qualche muschio. Se posso consigliarvi, perdetevi nel verde e riempitevene.
L’ultima tappa è stata il Kinkaku–ji, il tempio dal padiglione d’oro. Con il sole probabilmente avrebbe brillato di più, ma essendo oro, si beffeggia dei raggi solari e decide di splendere ugualmente. E’ attorniato da un laghetto molto bello che fa si che i troppi turisti presenti non ne distrubino troppo la quiete da vicino. Potete fare qualche bello scatto, ma sfortunatamente, essendo così famoso, la quiete è calpestata dalla troppa gente e non ne si riesce a godere appieno la magia.
Verso le 17, ora in cui più o meno chiudono tutti i templi, ci siamo riavviati verso casa per uscire poi la sera e visitare Pontocho, un piccolo quartiere praticamente alle spalle di Gion, al di là del fiume, dove si possono trovare una marea di ristoranti di ogni genere in cui parlano anche inglese, nascosti nel vicoletti. Noi abbiamo provato un localino dove cucinavano al momento carne, pesce o verdure al tavolo sulla piastra, ma ci ritorneremo perchè mi hanno parlato di un ristorante che cucina principalmente verdure di montagna. E dato che qui mangiare verdura è quasi un miraggio, non vedo l’ora di provarlo.
SECONDO GIORNO
Immaginate Kyoto come divisa in due parti. Una a sinistra e una a destra del fiume. Se ieri eravamo a nord ovest, oggi abbiamo fatto tutta la parte a est del Kamogawa river. E se dovessi scegliere solo una delle due per mancanza di tempo, sicuramente opterei per questa gita.
La prima tappa è stata il tempio Ginkaku–ji, anche chiamato “del padiglione d’argento”. Questa volta abbiamo evitato di farci 7 chilometri a piedi e abbiamo optato per l’autobus (n. 100, 5 o 17, 230 yen) che in 30-40 minuti ci ha lasciato proprio prima della salita ai piedi dell’ingresso.
Non aspettatevi un edificio che abbia un aspetto simile a quello d’oro perchè a causa di un incedio non c’è più nulla d’argento, ma aspettatevi uno scenario ancora più suggestivo grazie ai giardini che lo attorniano. Piccoli giardini zen di ghiaia ordinatamente “pettinata” e tante piante, muschio che copre la terra e le pietre, e libellule che volano a pochi centimetri da noi.
Usciti dal tempio abbiamo imboccato sulla sinistra il sentiero dei filosofi. Fosse stato inverno, autunno o primavera sarebbe stato molto suggestivo per i colori, ma giustamente noi siamo qui in agosto, e l’estate è giusto una camminata a bordo ruscello che vi ripara un po’ dal sole cocente. Carina, ma non essenziale.
Ad ogni modo è un buon pezzo per arrivare all Heian Jingu Shrine, un tempio shintoista che si affaccia sul grande cortile ghiaiato da cui si entra ed è interamente in legno rosso. Se poi avete voglia potete anche decidere di visitare i giardini, meravigliosi in primavera, dove potete passeggiare sul laghetto passando su anelli di tronco messi a formare una simpatica passerella.
La tappa successiva, non vicinissima e sempre scendendo verso sud, è il santuario Yasaka–jinja, immerso nel quartiere di Gion in un parchetto che ospita i vari edifici del tempio, tra cui anche un teatro.
L’ultima tappa è quella che vale l’intera giornata. Dovete fare qualche chilometro di strada per raggiungerla, ma non fatevi intimidire perchè ne vale la pena.
Appena arrivati capite subito perchè il Kiyomizudera è patrimonio dell’umanità e concorre per essere una delle sette meravilgie del mondo moderno. Per arrivarci passate attraverso una salita piena di negozietti con suvenir molto graziosi e non troppo commerciali. Anche un negozio di stoffe e kimoni stupendo. Oggi poi, essendo festa nazionale, c’erano un sacco di ragazze giapponesi vestite con lo Yukata, il kimono estivo, che oltre ad essere molto scenografiche, sono belle da spezzare il fiato.
Di questo tempio è bello ogni cosa ma personalmente mi sono innamorata della zona in cui tanti Fuurin tintinnano al vento, ma non tralasciate l’entrata nell’edificio principale e la passeggiata attorno, da cui potete fare anche belle fotografie dell’intera struttura.
In realtà mancava ancora una tappa, il Fujimi Inari, ma ha cominciato a diluviare e siamo tornati in hotel. Non abbiamo nessuna intenzione di tralasciarlo, e dato che è appena fuori dalla fermata del treno sul tragitto verso Nara, faremo tappa dopodomani prima di andare nella vecchia capitale.
Domani ci aspetta ancora Kyoto ma ve ne parlo in separata sede perchè in realtà saremo ad Arashiyama che è un po’ fuori… E francamente avevo troppa voglia di scrivere.